Ison e The liw, i primi cortometraggi prodotti dallo StudioB19
Ison 2015
Selezionato e proiettato al Trieste Science+Fiction Festival 2015
Con la partecipazione di Simone Baldassarri e Cristina Gardumi.
La tecnologia è una schizofrenica arma a doppio taglio. Perché da una parte salva le vite, pensiamo al gps che ritrova gli impiastri in montagna o ai robot utilizzati in chirurgia, dall’altra però viene utilizzata per bombardare territori, o per isolarli tagliandogli le comunicazioni con il resto del mondo. Ecco: l’isolamento. A dar retta ai complottisti la tecnologia, soprattutto quella usufruibile, commerciale e ludica è stata inventata con l’unico scopo di isolare le persone tra di loro illudendole del contrario.
Il cortometraggio di fantascienza ISon di Maicol Borghetti in 7 minuti prova ad affrontare, senza paranoie complottiste, diciamolo a scanso di equivoci, questo tema della connessione tra tecnologia e rapporti umani. Connessione. Questa parola ha assunto oramai un significato esclusivamente legato alle tecnologie. Ma sto iniziando a divagare.
ISon affronta il tema in maniera drastica, o meglio dando una sua risposta che non è certo accomodante. Perché la tecnologia, è scontato ma lo ribadiamo lo stesso, può creare una dipendenza anche patologica che rovina o annienta i rapporti umani e per tagliare questa connessione malata occorre in alcuni casi una decisione netta e radicale, alla faccia delle parole incoraggianti di Steve Jobs (durante la presentazione del primo IPhone nel 2007) che aprono su nero il corto.
Ed è quello che accade ai protagonisti del cortometraggio interpretati da Simone Baldassari e Cristina Gardumi. Una moderna famiglia disfunzionale.
Testo tratto dall’intervista su klub99.it